Pixel Bowie
Matita, penna china su carta
33 x 24 cm
L’opera “Pixel Bowie” fa parte di una serie di ritratti concepiti per essere la rappresentazione artistica della capacità del cervello di riconoscere un volto da pochi elementi essenziali.
Il lavoro è in parte ispirato a Seurat e Signac, sviluppatori del Puntinismo, oltre a rifarsi alla Pixel Art, nata a partire dagli anni ’80, con la variante della realizzazione a mano e non in digitale.
Osservando l’opera da una certa distanza (5-6 metri) è possibile vederlo come un ritratto normale, per poi scoprire i pixel che lo compongono solo avvicinandosi poco a poco.
David Bowie è uno dei volti più conosciuti della musica e questo aiuta nel processo di riconoscimento del soggetto, anche in assenza di dettagli.
La celebre copertina dell’album “Aladdin Sane” è diventata un’icona della storia della musica, con David Bowie ritratto con gli occhi chiusi, il torso nudo e il volto diviso da una saetta rossa e blu.
Questa immagine simbolica, ideata con il contributo del truccatore Pierre La Roche, rappresenta la complessità e la dualità del personaggio, aspetti intriganti dal punto di vista psicologico, che ho provato a cogliere nel lavoro Pixel Bowie.